Nel presente articolo verrà esaminata la peculiare evoluzione della “truffa Ponzi” nel mondo digitale.
Lo schema Ponzi può essere descritto come un meccanismo d’investimento fraudolento che si avvale dell’impiego di fondi provenienti da nuovi sottoscrittori per erogare pagamenti ai partecipanti iniziali, al fine di generare l’illusione di rendita economica stabile e continuativa.
In dettaglio, lo Schema Ponzi si sviluppa in quattro fasi: (i) promessa di un rendimento superiore al mercato in tempi brevi; (ii) effettiva restituzione delle prime trancehs promesse; (iii) passaparola per attirare altri potenziali clienti; (iv) crollo del sistema quando le richieste di rimborso dei clienti attuali superano i versamenti dei nuovi malcapitati.
Il caso più famoso alle cronache è sicuramente quello di Bernie Madoff che, da semplice bagnino in piscina riuscì a diventare il Presidente della Borsa Americana (Nasdaq) creando una rete di oltre 37.000 vittime, del valore di oltre 60 miliardi di dollari, nella quale erano cadute anche le maggiori Banche e investitori mondiali.
Purtuttavia,la storia è ricca di esempi:
In primis, ricordiamo il “caso Mendella” avvenuto in Italia negli anni ’80 quando il noto finanziere fondò la rete televisiva “Retemia” per indirizzare i telespettatori a investire capitali nella sua holding “Intermercato”, che mentre prometteva rendimenti fino al 30% stava in realtà investendo in azioni e immobili in Romania. Nel 1999 il Tribunale di Lucca condannò Mendella a 9 anni di reclusione.
Agli albori del nuovo millennio spuntarono i piani ad accumulo pensionistico “MyWay e 4You” del gruppo Monte dei Paschi di Siena, che promessi come rendimenti a basso rischio, nascondevano in realtà finanziamenti (anche a lungo termine), depositi e conti titoli per investire in obbligazioni e fondi comuni all’insaputa del consumatore. Nel corso del 2012, 2017 e 2019, la Corte di Cassazione ne dichiarò la nullità dei relativi contratti.
Nel 2018, lo schema Ponzi arrivò anche nel mondo delle criptovalute quando l’exchange Quadriga CX dichiarò bancarotta dopo aver raccolto circa 200 milioni di dollari dai risparmiatori. In breve, l’Amministratore Gerald Cotten raccoglieva fondi dagli investitori promettendo di investire in Bitcoin ad alto rendimento ma, nella realtà, accantonava gli investimenti in fondi personali di cui era l’unico a conoscere la password.
E così anche nel 2019, quando oggetto di truffa sono stati i fedeli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (c.d. Mormoni) ai quali era richiesto il lascito della c.d. “decima” che invece di essere utilizzata per i promessi scopi religiosi, era invece destinata a remunerare gli investitori iniziali e ad accantonare beni di lusso.
Ancora, nel 2020 il broker Massimo Bochicchio, ex manager di HSBC, che attraverso le sue società finanziarie londinesi Tiber Capital e Kidman Asset Management truffò i più noti VIP italiani nel mondo dello sport promettendo rendimenti superiori al 10% che nella realtà destinava a tesoretto personale prima di scappare a Dubai, Hong Kong, Singapore e infine in Indonesia, prima di essere arrestato e perdere successivamente la vita.
*
In conclusione, possiamo rilevare che ogniqualvolta ci si trovi di fronte a investimenti che propongano rendimenti elevati e senza rischi, piuttosto che l’uso di criptovalute e metodi di pagamento non tracciati, è alto il rischio di truffa.
In breve, come diceva l’icona del trading Joe Ross: “Quando ti siedi a un tavolo da gioco e non hai ancora capito chi è il pollo, allora ci sono molte probabilità che il pollo sia proprio tu“.
Catalina Bargan